Foto di Museo Archeologico Nazionale di Napoli (pagina facebook) |
Era il 2015 quando il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini nominò 20 direttori per dirigere 20 tra musei e luoghi culturali italiani; tra questi c’erano anche 7 stranieri, la cui nomina suscitò una forte polemica dai vari partiti politici nonché dallo storico dell’arte Vittorio Sgarbi che aveva definito questa scelta una “umiliazione” per i tanti esperti d’arte italiani.
All’inizio forse tutti eravamo un po’ scettici, anche sui criteri di scelta, una valutazione che si basava solo sui titoli e sull’esperienza, senza un vero e proprio concorso, eppure ad oggi molti si sono ricreduti. Sicuramente il percorso che hanno affrontato i 4 direttori alla guida dei musei campani è stata più ardua: come già detto, l’Archeologico di Napoli aveva tante sezioni chiuse al pubblico ed era poco attraente agli occhi di turisti e visitatori (io stessa mi vergognavo delle condizioni del museo); Capodimonte, la Reggia di Caserta e Paestum non erano da meno.
Ma analizziamoli uno per volta: Capodimonte è diretto da Sylvain Bellenger, 60 anni, storico dell’arte, francese. In questi due anni Capodimonte ha collezionato boom di visitatori tra l’iniziativa della prima domenica del mese gratis al museo, alle recenti notti dei musei, a Pasqua e Pasquetta di quest’anno ma già ad inizio del 2017 il bilancio era completamente positivo. Tantissime mostre ci sono state tra cui quella di Picasso, che sicuramente ha contribuito a far accrescere l’appetibilità del museo.
Paestum: record di visitatori, ben 400mila in due anni! Cifre strabilianti, merito anche del direttore Gabriel Zuchtriegel, tedesco, un nome quasi impronunciabile che ha risollevato il parco archeologico un po’ in abbandono.
La Reggia di Caserta affidata a Mauro Felicori è quella che ha ottenuto un successo enorme, registrando al 2016 ben 681mila visitatori, entrando nella top ten dei musei italiani più visitati nel 2016.
Arriviamo all’Archeologico guidato, speriamo ancora, da Paolo Giulierini, che nel 2016 rientrava tra i 15 musei italiani maggiormente visitati con 452.736 biglietti staccati! Le cifre parlerebbero da sole, ma per raggiungerle c’è stato un grande lavoro dietro. Innanzitutto i direttori hanno portato i propri musei sui social, e oggi sappiamo bene quanto possano influenzare e avere un grande ritorno d’immagine. La Reggia di Caserta, forse la più social, è molto presente anche su Instagram.
Altro grande merito per l’Archeologico è stato quello di organizzare spesso serate tematiche, da un lato garantendo l’apertura del museo anche di sera, dall’altro attraendo un pubblico sempre più diverso, che ha conosciuto il museo sotto un altro punto di vista. In primis il contributo maggiore, a mio parere, è stata la riapertura di tante sezioni, bellissime, chiuse, la sezione egizia ad esempio e in ultima quella epigrafica. Tanti reperti sono riemersi dalle stanze impolverate in cui erano tenute e questo sicuramente è da attribuire ad una dirigenza che ha saputo organizzare il lavoro e permettere tutto ciò.
Le lodi si sprecano, ma contano i fatti e i fatti dicono che la scelta di Franceschini è stata vincente.
Dunque #iostocongiulierini non perché mi è simpatico ma perché ha risollevato dalle ceneri un museo, tra i più importanti e belli d’Italia, #iostocongiulierini affinchè le persone competenti siano al posto che gli spetta, #iostocongiulierini perché amo l’archeologia e l’arte quella valorizzata e non chiusa nel cassetto!