mercoledì 21 gennaio 2015

Il Partenone

Una delle opere architettoniche più famose al mondo e più importante ad Atene è sicuramente il Partenone.
Rappresenta il "frutto" principale dell'arte classica, simbolo di una pace conquistata dai Greci dopo la fine delle guerre persiane, un inno alla grandezza di Atene che è al culmine del suo splendore.
Il Partenone prende il nome dalla statua che vi si trovava all'interno, l'Atena Parthenos (Atena la vergine), distrutta probabilmente in un incendio nel V sec d.C..
Il Partenone sorgeva su un edificio preesistente, il tempio di Atena Polias; fu iniziato dopo la pace di Kallias del 449 a.C., nel 447 a.C. e la costruzione continuò fino al 438 quando fu inaugurata la statua cristoelefantina di Atena. L'edificio venne costruito partendo dall'esterno e proseguendo all'interno, quindi venne prima completato il colonnato, poi la cella e poi  l'interno. Per i lavori vennero impiegati moltissimi operai che lavoravano con gran velocità. Inoltre le fonti fanno anche il nome di alcuni architetti quali Iktinos, Kallikrates e Karpion. Fidia invece fu il sovrintendente di tutti i lavori dell'Acropoli. Dunque il Partenone è il risultato di una collaborazione tra personalità di gran rilievo, capacità ed esperienza.
Pianta del Partenone

Plan of the Parthenon

Veniamo alla descrizione: l'edificio poggia su un basamento su cui si innalzano 8 colonne per 17, l'aver scelto un tempio ottastilo significa prendere spunto dai grandi tempi dell'Asia del VI secolo, allontanandosi dai canoni tradizionali. Il naos è anfiprostilo, ovvero presenta 6 colonne sia nella parte anteriore che posteriore; il pronaos presenta 4 colonne ioniche; la cella  presenta tre navate divise da un doppio ordine di 10 colonne e aveva sul fondo una file di 5 colonne, in mezzo al doppio ordine sorgeva imponente la statua crisoelefantina di Athena.
Il ciclo di sculture del Partenone rappresenta il maggior complesso di età classica. L'edificio era decorato da 92 metope, un fregio continuo di 160 metri che girava intorno alla cella e due frontoni con figure colossali. Le sculture erano tutte eseguite in marmo pentelico; erano arricchite da bronzo probabilmente dorato. Tracce di colore rosso e blu sono state trovate in diversi punti, Si può affermare dunque che il fondo delle metope era campito di rosso e blu e che il fondo del fregio era blu; le figure inoltre erano arricchite anche da rosso, verde e dorature.
Le metope era 14 sui lati brevi e 32 sui lati lunghi e formavano un ciclo di quattro avvenimenti. Sul lato occidentale una amazzonomachia, sul lato settentrionale il ciclo dell'Ilioupersis, sul lato orientale una gigantomachia, sul lato meridionale una centauromachia.
Il fregio invece rappresenta un evento realistico: la processione delle Panatenee con figure in successione di cavalieri, carri, anziani, musicisti di cetre e flauti, portatori di hydriai, coloro che recano vassoi con le offerte, coloro che guidano le pecore e i vitelli al sacrificio. Le processioni confluivano nel fregio orientale dove sono rappresentate le fanciulle che offrono il sacro peplo alla dea, mentre assistono gli dei invisibili. Dunque alla concitazione del fregio occidentale, in cui i cavalieri si preparano alla processione, si contrappone la pacatezza delle figure del fregio orientale.
Sui frontoni sono rappresentate rispettivamente su quello orientale la nascita di Athena, su quello occidentale il mito della gara tra Athena e Poseidon per il possesso dell'Attica.



Oggi i marmi del Partenone, ovvero le metope e i frontoni, sono conservati al British Museum di Londra in seguito all'espoliazione avvenuta all'inizio dell'Ottocento ad opera di Lord Elgin, che allóra si considerava l'ambasciatore di Londra. Sebbene la Grecia rivendichi il possesso dei marmi decontestualizzati all'interno del British Museum, probabilmente l'azione di Elgin salvò i marmi da ulteriori pericoli futuri.
Chi visita oggi l'Acropoli di Atene non può che apprezzare la grandiosità del monumento e in qualche modo immergersi per un attimo nell'atmosfera che si viveva in quegli anni ad Atene.