mercoledì 4 novembre 2015

L'archeologia nell'era del web 2.0

Parlare contemporaneamente di archeologia e tutto ciò che concerne l'informatica o internet sembra quasi un ossimoro, eppure anche la "scienza dell'antico" si è dovuta avvicinare a questo mondo che ci sembra così complesso.
Nel campo dell'informatica l'archeologia ha potuto formalizzare le proprie procedure d'indagine, ottimizzare i sistemi di catalogazione e gestione dei dati, sperimentare nuovi strumenti anche per il trattamento dei dati e la sua diffusione. Inoltre l'informatica si è così integrata nei metodi d'indagine dell'archeologia, dalle ricerche sul terreno a quelle in laboratorio che ha assunto un ruolo importante: da supporto operativo a contributo scientifico.
Nel campo della catalogazione e della tutela del patrimonio storico e artistico, parliamo del censimento di oggetti mobili e immobili, l'informatica ha assunto un carattere documentario, e ha avuto come punto di riferimento specifiche istituzioni pubbliche, in Italia ricordiamo il lavoro dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione con sede a Roma. Oltre a queste istituzioni di carattere nazionale vi sono anche altre iniziative con lo stesso scopo di informatizzare i dati creando per l'appunto banche-dati, troviamo per esempio in rete materiale riguardante la numismatica e l'epigrafia. Comprendiamo bene, a questo punto, l'importanza dell'informatica e della rete nella capacità di accedere a fonti e documenti sparsi nel mondo in maniera quasi immediata.
Un altro campo importante in cui l'informatica è stata decisamente preziosa è quello relativo alla ricerca archeologica sul campo, dalla ricognizione allo scavo vero e proprio. Parliamo ad esempio dell'integrazione tra una banca-dati relazionale e un GIS (Geographic Information System); questo sistema permette di realizzare un modello georelazionale della realtà archeologica dove è possibile spesso trattare allo stesso tempo informazioni di carattere documentario, spaziale e tematico mirando a una comprensione d'insieme dell'antico assetto territoriale. Questo ha portato anche ad approfondire e perfezionare alcuni indirizzi di ricerca come la cartografia archeologica digitale, i modelli digitali del terreno, le visualizzazioni virtuali interattive che sono uno dei settori che ha riscosso maggiore successo negli ultimi anni. Infatti la realtà virtuale ha permesso, per esempio, la ricostruzione urbanistica di una città o di determinati complessi architettonici; è stato possibile non solo comprendere come si presentavano gli edifici all'epoca della loro costruzione ma anche di elaborare specifiche tecniche di restauro.
Ricordiamo che il M.A.V., il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano propone ai visitatori installazioni virtuali di monumenti principalmente di Ercolano e Pompei, catapultandoli 2000 anni prima e facendoli vivere una giornata da antico romano, ed è un unicum nel suo settore.
Proprio ieri 3 novembre si è svolto un convegno intitolato "Condividere la sfida dei Musei Italiani. Scenari e Progetti del MUSEO 3.0" in cui si è discusso e ci si è confrontati sulla nuova sfida del musei, quella del progetto MuD, Musei Digitali, che ha l'obiettivo di migliorare le performance dei musei italiani in ambito digitale, con lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale.
Potrebbe essere finalmente la svolta per avvicinare ancora di più i giovani, e non solo, al mondo dell'arte, dell'archeologia? o a convincerli a visitare un museo? Speriamo di si! Be positive!